Come il colesterolo buono diventa cattivo, e cosa fare per evitarlo

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La cosa più schietta da dire sul colesterolo è questa: il colesterolo non fa male e non è deleterio. Purtroppo non possiamo fermarci qui, perché la terminologia è stata confusa ed è necessario fare chiarezza. Bisogna capire dapprima cos’è il colesterolo (come sostanza), poi cosa s’intende quando si parla di colesterolo in relazione allo stato di benessere e salute. Alla fine dell’articolo ti sarà chiaro che i rumors attorno al colesterolo non hanno senso di esistere.

Cos’è il colesterolo

Prendi qualsiasi cellula del tuo corpo e troverai in essa colesterolo: quest’ultimo ne è una componente fondamentale. Il colesterolo è vitale per il nostro organismo: serve, in particolare, a “far funzionare” bene le membrane delle cellule, che decidono cosa deve entrare e cosa non deve entrare. Il colesterolo viene prodotto continuamente dal nostro organismo, in particolare dal fegato, in quantità di circa 1.000 mg al giorno (1 grammo) e dipendente da quanto ce n’è già a disposizione (ad esempio, più ne assumi con la dieta, meno ne viene prodotto dal fegato).

Colesterolo nella dieta
vs colesterolo nel sangue

Dopo aver prodotto colesterolo, il fegato lo invia all’organismo intero. Dopo capiremo il modo in cui avviene questo trasporto (spoiler: parleremo delle lipoproteine). Per ora ci interessa sapere che nel circolo sanguigno, in qualsiasi momento, troverai sempre una certa quantità di colesterolo (più o meno 200 mg per decilitro di sangue). 

Come detto, è il fegato a produrre colesterolo. In questo complesso processo di produzione, che richiede una moltitudine di passaggi, è in parte il colesterolo stesso (inteso come sostanza), a determinare quanto serve produrne. Ma non nel verso che stai pensando, bensì quello contrario: più colesterolo è già presente, meno colesterolo viene prodotto.

È proprio come per un’industria che fabbrica un certo prodotto, ad esempio sedie di legno, e prima di venderle le tiene in magazzino: se la produzione è più veloce della vendita, in magazzino arrivano più sedie e l’industria decide di rallentare la produzione. Il fegato fa questo con il colesterolo: quando ne ha già prodotta una quantità sufficiente o quando arriva dall’esterno (ad esempio con la dieta), allora ne riduce la produzione. Questo vuol dire che quel “grammo” (i 1000 mg detti sopra) viene continuamente bilanciato.

Questo ti potrebbe mandare in confusione, perché ti starai chiedendo cosa significa allora “avere il colesterolo alto”. Siamo qui per chiarire… 

Hai il colesterolo alto?

No. Non hai il colesterolo alto. Ad essere alte, semmai, sono le lipoproteine. Le lipoproteine sono delle proteine che viaggiano nel sangue e trasportano il colesterolo. Considerale come i tassisti del colesterolo. Quelle che analizzi quando fai le analisi del sangue per monitorare i tuoi livelli di colesterolo sono le lipoproteine: LDL (cosiddetto colesterolo cattivo) e HDL (cosiddetto colesterolo buono), in particolare. 

Super-semplificando, il fegato produce colesterolo e lo “impacchetta” nelle lipoproteine HDL. Queste viaggiano nel sangue per portare nutrienti e colesterolo alle cellule. Una volta che hanno donato qui e là tali nutrienti, si “scaricano” e alleggeriscono, abbassando la loro densità: da high density lipoprotein e cioè lipoproteine ad alta densità, diventano low density lipoprotein e cioè lipoproteine a bassa densità.

Le LDL fanno il cammino inverso e tornano al fegato, che le “spacchetta”, ne trae i costituenti essenziali e li “ricicla” per ricominciare il processo o farne altro. Le LDL possono accumularsi quando il fegato “non è pronto” ad accoglierle, perché c’è una congestione. Questo accade se non c’è tanto bisogno di usare nutrienti, come ad esempio nelle persone in sovrappeso od obese, oppure - più semplicemente - sedentarie. 

“Oddio ho il colesterolo!”

La tipica frase di chi si trova il colesterolo elevato nelle analisi è l’emblema della confusione che viene fatta su questa molecola. Perciò, ricapitoliamo cos’abbiamo detto - terra-terra - finora:

  • Il colesterolo della dieta non ha impatto diretto sul colesterolo che si trova nel sangue; mangiare più o meno colesterolo non ha impatto diretto sulle tue analisi del sangue.

  • Le lipoproteine a bassa densità o cosiddette “colesterolo cattivo” si alzano nel sangue solo in condizioni di “congestione”, e cioè quando si è poco attivi, sedentari, o si hanno grandi accumuli di grasso corporeo. 

Quando il colesterolo buono diventa cattivo

Ma allora dov’è la pericolosità “del colesterolo”? In realtà, da nessuna parte. Se trovi, tramite analisi, le LDL elevate, i casi in cui preoccuparti davvero sono soltanto due:

  • Sono davvero elevate (>300 mg/dl); un asterisco indica solo un “fuori range”, cerca di guardare quanto è fuori range: il 5-10% in più non sono preoccupanti.

  • Il valore si sta alzando nel tempo; anche se quell’asterisco indica un fuori range di appena il 5%, se questo aumento è progressivo nel tempo (ad esempio, ogni 6 mesi fai le analisi e c’è un aumento del 5%), allora è bene fare controlli più approfonditi.

Quando le LDL sono moderatamente elevate, e restano lì con costanza, tutto quello che devi fare è un’analisi del contesto generale: com’è il tuo stile di vita globale e, in generale, il tuo “livello di benessere e salute”? (Puoi usare il nostro test.)

Infatti, non è preoccupante che le LDL siano elevate, inizia a diventarlo in un contesto “non sano” in generale: dieta sregolata, scarsa attività fisica, elevati livelli di stress, fumare e bere scriteriatamente. Le LDL “diventano cattive” quando si ossidano e, per via di questa ossidazione, cambiano “forma” (in senso biochimico) e non vengono più riconosciute dal Sistema Immunitario - che si occupa delle difese dell’organismo dagli agenti esterni. In breve, le LDL ossidate vengono riconosciute come sostanze estranee da “confinare” e vengono confinate nelle pareti dei vasi sanguigni, creando un agglomerato che riduce il flusso sanguigno locale (come accade negli infarti) o aumenta il rischio che quegli agglomerati si stacchino e vadano a bloccare il flusso in vasi distanti (come accade negli ictus).

Oltre al fatto che le LDL non sono di per sé cattive, ma lo diventano in base al contesto, bisogna dire che le LDL si dividono in sotto-classi e non tutte diventano cattive allo stesso modo, così come che, a volte, non è che siano cattive, semplicemente a maggior rischio collisione.

LDL buone e cattive

In genere si parla di colesterolo buono e colesterolo cattivo intendendo, rispettivamente, le HDL e le LDL. È bene però sapere che esistono diverse classi di LDL, e non tutte diventano cattive. In particolare, a diventare cattive sono delle specifiche classi di LDL (le sd-LDL, cioè LDL piccole e dense). Essendo piccole e dense, sono più “aterogeniche”: aumentano, più delle altre, il rischio che si creino intasamenti nei vasi sanguigni. 

Ecco perché è importante, quando si fanno analisi per vedere se si ha “il colesterolo alto”, distinguere tra le varie classi di LDL. La brutta notizia è che non lo fa quasi nessun laboratorio e, in generale, “non ci si pensa”. 

Colesterolo LDL vs particelle LDL

Abbiamo capito che le LDL trasportano il colesterolo, facendone da vettori. Il colesterolo, quindi, viaggia sulle LDL, proprio come noi viaggiamo in automobile. Mantenendo la metafora dell’automobile, il rischio di ingorghi ed incidenti aumenta in modo strettamente dipendente dal numero di automobili, non di viaggiatori, nella misura in cui un’auto può trasportare più persone.

Le analisi del sangue per capire se si ha “il colesterolo alto” mostrano spesso il valore di colesterolo nelle LDL (LDL-C), e non il numero di particelle LDL (LDL-P). In sostanza, stiamo contando il numero di viaggiatori e non di automobili, sperando così di avere una stima sul rischio di incidenti: siamo proprio fuori strada (gioco di parole inteso)! Anche in questo caso, purtroppo, i laboratori spesso riportano il valore di LDL-C e non di LDL-P, e comunque “non ci si pensa”. 

Cosa fare col colesterolo alto? 

Semplice: niente. Nel senso, niente di diverso da quello che “serve” fare per uno stile di vita in forma e al benessere. Il business del colesterolo non è tanto differente da quello del dimagrimento rapido (o simili): cambia solo il campo di applicazione, che - tra l’altro - crea situazioni più pericolose in quanto si toccano aspetti più delicati e intimi (rispetto, ad esempio, ad ingrassare qualche chilo con un impatto soltanto estetico). 

Spesso, chi ha il colesterolo alto viene indotto a credere che sia tale perché mangia troppe uova, o troppo formaggio, così viene introdotto nel tunnel delle “diete per la colesterolemia”, con tanto di integratori specifici e costosi (riso rosso fermentato, Omega-3, Monocolina K, …), o alimenti funzionali inutili (crusca, avena, alghe, …). Si tratta di specificità inefficaci, se lo stile di vita nel suo complesso non ha una certa “logica”.

Per combattere il colesterolo, non serve la dieta anti-colesterolo, se - ad esempio - il livello di attività fisica è scarso e quello di stress elevato. Serve, dapprima, capire “come si sta” a livello più fondamentale (il nostro test è un valido aiuto in tal senso), sviluppare consapevolezza su cosa realmente conta per stare in forma e in salute, soltanto dopo (e non è detto che serva) si può pensare a “sofisticare” l’approccio con soluzioni specifiche.

Per questo, se sei già una persona “fit-consapevole” (stai e ti senti, in generale, in forma), l’asterisco che indica “il colesterolo alto”, non dovrebbe preoccuparti. 

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